Gli esordi tra pittura figurativa e ceramica

Montaggio di due opere simili, ma di autori diversi: a sinistra una maiolica di Brajo Fuso, a destra un vaso in ceramica di Pablo Picasso.

GLI ESORDI TRA PITTURA FIGURATIVA E CERAMICA

Brajo Fuso esordisce come pittore figurativo nel 1943. È un vero autodidatta, non ha i rudimenti della pittura. Il suo stile si allinea a quello drammatico ed espressionista del Secondo Dopoguerra, frutto degli animi frastornati degli artisti in cerca di una nuova direzione. Nei suoi dipinti si ritrovano affinità con il linguaggio del gruppo Co.Br.A, che nascerà nel 1948. Co.Br.A recupera l’Espressionismo del primo ‘900: i Fauves (in particolare Matisse), la Secessione viennese (Schiele e Kokoschka), Soutine, Munch e Nolde.

Poiché il fare arte dopo il 1945 implica una presa di posizione e una responsabilità etica, il suo istinto puro lo mette allo stesso livello di altri grandi artisti. Questa condizione è dovuta all’azzeramento della cultura e della coscienza sociale, del disastro fisico e morale della società tipico di quel momento storico.

Nelle stesse date del figurativismo, Brajo Fuso sperimenta la ceramica. Il suo lavoro richiama Picasso (di cui conosce le opere, tra cui Guernica, l’apoteosi artistica del disastro generato dalla guerra) e le ceramiche del decennio precedente, da Leoncillo Leonardi a Lucio Fontana.